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Come controllare l’influenza dell’ambiente sul nostro comportamento

comportamento- stretta di mano

Cosa succederebbe se potessi controllare l’ambiente che ti circonda in modo tale da innescare i comportamenti giusti per raggiungere il successo?

In questo modo, invece di ostacolarci, l’ambiente ci spingerebbe in direzione dei nostri obiettivi. Bello, vero? Forse sembrerà un po’ innaturale, ma non è così. Per ottenere il “controllo” dell’ambiente in modo da innescare il comportamento desiderato, dobbiamo prima chiarire il significato del termine trigger:

Un trigger comportamentale è un qualsiasi stimolo che influenzi il nostro comportamento.

All’interno di questa definizione, ci sono sei distinzioni da fare per capire esattamente come i trigger influenzano il nostro comportamento.

 

1. Un trigger può essere diretto o indiretto.

I trigger diretti influenzano subito il nostro comportamento. Non ci sono passaggi tra l’evento di innesco e la risposta.

Ad esempio:
-> Un bambino sta inseguendo un pallone proprio davanti alla tua automobile.
-> Tu, in risposta, freni di colpo.

I trigger indiretti, invece, percorrono un giro più lungo prima di riuscire ad influenzare il nostro comportamento.

Ad esempio:
-> Vedi una foto di famiglia.
-> La fotografia innesca in te pensieri e ricordi
-> Ti ricordi di telefonare ai tuoi fratelli.

 

2. Un trigger può essere interno o esterno.

I trigger esterni provengono dall’ambiente che ci circonda e sono percepiti dai nostri sensi.

I trigger interni sono indotti dai nostri pensieri. Avete mai sentito la “vocina interiore”? È proprio di questo che stiamo parlando. Si tratta di uno stimolo che non proviene dall’esterno ma, dal momento che produce un comportamento, è ugualmente valido.

 

3. Un trigger può essere conscio o inconscio.

I trigger consci richiedono consapevolezza.

Ad esempio:
-> La piastra è calda
-> Tolgo la mano.

I trigger inconsci vanno oltre la nostra consapevolezza.

Ad esempio:
La maggior parte delle persone ignora quanto il tempo atmosferico possa influenzare gli stati d’animo. Durante una ricerca, alla domanda “Sei felice?”, la maggior parte delle persone intervistate in un bel giorno assolato ha risposto affermativamente, mentre quelle intervistate in un giorno di pioggia non hanno dichiarato di essere pienamente felici.

4. Un trigger può essere atteso o inatteso.

I trigger attesi sono visibili a un miglio di distanza. Ad esempio, sappiamo che l’Inno nazionale viene suonato ogni anno in occasione della Festa della Repubblica.

I trigger inattesi ci sorprendono e spesso stimolano un comportamento sconosciuto, a volte anche un drastico desiderio di cambiamento!

5. Un trigger può essere incoraggiante o scoraggiante.

I trigger incoraggianti ci spingono a proseguire con quello che stiamo facendo. Ci rafforzano – come fossero la linea di arrivo per un maratoneta.

I trigger scoraggianti, invece, ci spingono ad allontanarci da ciò che stiamo facendo.


6. Un trigger può essere produttivo o controproducente.

Questa è una distinzione importante. I trigger produttivi ci spingono a diventare le persone che vogliamo essere, mentre quelli controproducenti ci allontanano da quell’obiettivo.

 

Ecco i sei tipi di trigger che ci aiutano a capire come vengono attivati certi nostri comportamenti. Ora, metti in pratica quanto appreso con questo esercizio. 

 

  • Scegli un obiettivo che stai perseguendo: essere più paziente, andare in palestra tre volte a settimana, non lavorare tutte le sere fino a tarda notte ecc.
  • Elenca le persone e le situazioni che influenzano la qualità delle tue prestazioni.
  • Identifica e definisci i trigger attivati da queste persone e situazioni. Sono incoraggianti o scoraggianti, produttivi o controproducenti, ecc.?
  • Fai uno schema dei trigger per vedere se sei sulla buona strada, oppure no, per raggiungere i tuoi obiettivi.

Questo semplice esercizio vi rivelerà se state perseguendo la giusta direzione. E ricorda che non importa quali siano le circostanze, quando si tratta del nostro comportamento abbiamo sempre una scelta!

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