Il passaparola? Meglio della pubblicità

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Sapevate che tra le cornacchie avviene un vero e proprio passaparola?

Questo è quello che hanno scoperto alcuni ricercatori della University of Washington di Seattle: il ricercatore John Marzluff, durante un esperimento, ha indossato una maschera da uomo delle caverne e alcune cornacchie si sono spaventate.

Risultato?

Tre anni dopo, quasi il 70% degli esemplari della zona riconosceva la maschera e il “pericolo” ad essa associato. Chiunque indossasse quella maschera si ritrovava presto nel mirino di uno stormo di pennuti gracchianti.

E il passaparola non avviene solo tra gli animali: anche le piante hanno un modo tutto loro di scambiarsi informazioni. Questo è il frutto delle scoperte di Wouter Van Hoven, zoologo sudafricano dell’Università di Pretoria.

Siamo nella savana. Una giraffa bruca la chioma di un’acacia che, conscia del pericolo, inizia ad avvertire gli alberi vicini. Come?

Emettendo nell’aria una quantità di etilene (una sostanza tossica per gli animali) che non lascia avvicinare le giraffe: un passaparola velocissimo, fatto di pochi minuti di condivisione dell’informazione e che vede gli animali della savana costretti a percorrere fino a 100 metri per trovare un albero ignaro del messaggio.

Questi sono solo due esempi di come il passaparola sia uno strumento davvero efficace per trasmettere e condividere informazioni.

E per noi umani?

 Come innescare il passaparola

 

 

Abbiamo già visto come il passaparola sia un ottimo strumento per trasmettere e condividere informazioni.


Ma in cosa si differenzia dalle campagne online a pagamento o dalla pubblicità tradizionale?

 

In effetti, per quanto la pubblicità continui a essere efficace, il passaparola lo è 10 volte di più. Per 2 ragioni principali: 

  1. Il passaparola è più persuasivo e convincente.

Vi è mai capitato di vedere uno spot in cui si dice che quel dentifricio è consigliato da 7 dentisti su 10?

E gli altri 3?

 

Ci si fida sempre meno della pubblicità. In un articolo precedente abbiamo già visto come il passaparola sia il fattore che, fino al 50%, influenza tutte le decisioni di acquisto.

 

A chi chiediamo consigli infatti? Ai nostri amici, perché sono sinceri con noi. Se pensano che un dentifricio funzioni, ce lo diranno, ma ci avvertiranno anche se dovesse avere un sapore cattivo.

 

  1. Il passaparola è più mirato.

Quando le aziende pubblicizzano i propri prodotti, cercano di raggiungere il maggior numero di Prospect.

Noi non parliamo di cucce per cani ai nostri amici che non hanno animali domestici, non consigliamo qualsiasi cosa a tutte le persone che conosciamo: facciamo una selezione.  

Se amiamo l’arte contemporanea, molto probabilmente conosciamo qualcuno che ha la nostra stessa passione.

Il maggior potere persuasivo del passaparola risiede in una teoria sociologica, secondo la quale chi possiede un particolare interesse è molto probabile che abbia uno, o più amici con le stesse passioni da condividere.

 

È questa ragione che rende il passaparola una strategia più mirata e più credibile rispetto alla pubblicità o alle campagne online a pagamento.

 

Ma come mai alcuni contenuti diventano virali e altri no? Magari senza che venga fatta pubblicità?

 

Se con i precedenti articoli abbiamo visto i primi 4 Step, ora in questo post analizziamo gli ultimi 2 Step definiti da Jonah Berger, esperto di passaparola e viralità.

Step n. 4 Valore pratico

diffondere informazioni

 

La gente vuole condividere “notizie che possono usare”, come ad esempio consigli utili e pratici.

 

“La praticità contribuisce a rendere qualcosa contagioso”

 

Quando le persone condividono informazioni utili, lo fanno perché vogliono aiutarsi a vicenda. Se abbiamo un amico che ama cucinare, teniamo a informarlo di nuove ricette, vogliamo fornirgli link utili.

La praticità ha un valore e rafforza i legami sociali.

Ma quali sono i contenuti che trasmettono un’idea di utilità?

Per esempio, i prodotti o idee che ci permettono di guadagnare tempo, migliorare lo stato di salute o far risparmiare qualche soldo, hanno più probabilità di riscuotere successo.

 

Esempio:

Il nome “Salvatore Aranzulla” vi dice qualcosa?

È la persona che è riuscita a fatturare 1 milione di euro offrendo consigli pratici sul Web. La sua idea è stata geniale: analizzando le richieste e le domande che gli utenti effettuavano su Google, Salvatore Aranzulla ha iniziato a scrivere articoli semplicemente fornendo loro le risposte.

Questo è anche il motivo per cui i Tutorial su Youtube che spiegano alle persone “come-fare-qualcosa” hanno così successo.

 

Come fare:

È proprio “come fare” a rappresentare una delle frasi più cercate e gettonate nei motori di ricerca: come fare il pane fatto in casa. Come fare una maschera all’argilla. Come fare l’istantanea dello schermo. Come rendere virale un prodotto. E così via.

  • Create titoli che spieghino come risolvere un problema. Es: come fare campagna a pagamento su Facebook.
  • Date un numero a ciò che spiegate. Es: 5 esercizi per memorizzare più velocemente.

Step n. 6 Storie

 


Inutile dire che questo spot ha spopolato su Youtube. Tuttavia, esso è solamente uno dei tanti esempi di come le storie siano in grado di veicolare informazioni.

Invece di parlare del proprio prodotto e delle sue caratteristiche (è alla menta, contribuisce all’alito fresco, è senza zucchero), Extra Gum ha inserito efficacemente il proprio Brand in un contenitore, la storia di Joan e Sarah.

Come già sottolineato in un precedente articolo, le storie rappresentano degli ottimi strumenti di condivisione di contenuti: le persone, infatti, non prestano attenzione alle informazioni in sé, ma alle narrazioni.

Tuttavia, mentre una persona si lascia conquistare dal racconto, le viene trasmesso anche l’informazione.

Secondo uno studio condotto dall’Università di Stanford, le persone tendono a ricordare il 65-70% dei dati quando questi vengono inseriti in una storia, contro il 5-10% di quelli senza narrazione.

Dello spot cosa ci è rimasto?

  • L’emozione, suscitata da una storia d’amore ben raccontata.
  • Il Brand: Extra Gum.

Quando il vostro marchio esiste in una storia (che “funziona” solo in funzione del vostro brand) e quando questa viene condivisa ed è sulla bocca di tutti, allora avete centrato l’obiettivo.

 

word of mouth

 

C’è una storia in cui potete far vivere il vostro Brand?

Come fare:

  • Inserite il vostro brand all’interno di una narrazione.
  • Assicuratevi che le informazioni che volete veicolare siano parte integrante del racconto.
  • Raccontate storie brillanti, divertenti, emozionanti e in linea con gli altri Step di cui abbiamo parlato, senza dimenticarvi di creare il collegamento con il vostro prodotto.

Le informazioni si trasmettono più velocemente con quelle che, in un primo momento, sembrano semplice chiacchiericcio.

I 6 Step ideati da Jonah Berger rispecchiano un po’ quello che tutti noi facciamo e pensiamo ogni giorno: è forse questo il motivo per cui il passaparola è così efficace.

 

“Sapete qual è l’aspetto migliore del passaparola? Che è alla portata di tutti”.

Se sei interessato ai temi del marketing lascia qui la tua mail!

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