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Decision making: esiste un momento più giusto? Le regole scientifiche di Daniel Pink

Gestire il tempo: dal come fare al quando fare

Tutte le persone che, per ragioni professionali e personali, conducono una vita piena, intensa e stressante hanno, almeno una volta, fatto ricorso a qualche tecnica di time management, ne esistono di numerosissime e alcune molto popolari. I risultati, tuttavia, non sono sempre ottimali.

Questo perché gestire il tempo e trasformarlo in un alleato della performance non è soltanto questione di come incastrare più attività possibile all’interno di una giornata o come svolgerle in modo ottimizzato. Gli studi di economia comportamentale ci dicono oggi che esiste una “scienza della tempistica”, ovvero che in base a quando una determinata azione viene compiuta durante la giornata corrisponde un miglior risultato in termini di performance.

Nel contesto del business e del management (pubblico o privato), prendere una decisione può essere un’azione che sposta milioni di euro, determina l’andamento delle borse, la sopravvivenza di aziende. L’abilità di decidere nel momento giusto non può essere affidata ad una soft skill: lo riconoscono sempre più amministratori delegati e leader di importanti multinazionali che ritengono ormai fondamentale costruire questa capacità su basi scientifiche e allenarla.

Quando decidere? Il modello emotivo temporale

In questo senso, Daniel Pink, che in passato è stato speechwriter di Al Gore e oggi uno dei business thinker internazionali più esperti sui temi delle scienze comportamentali, ha individuato, sulle base degli studi di numerosi team di ricerca accademici internazionali, un modello di azioni chiave che permette di determinare quali sono i momenti che dovremmo privilegiare per aumentare esponenzialmente l’efficacia del nostro decision-making.

La scelta del momento giusto per una decisione, un’azione, una trasformazione, è interrelata a cosa succede nell’arco delle 16 ore in cui siamo operativi. Due sociologi della Cornell University, Michael Macy e Scott Golder, hanno preso in esame oltre 500 milioni di tweet pubblicati in 2 anni in 84 Paesi del mondo per individuare se ci fosse un pattern nella vita quotidiana. Ciò che hanno scoperto, in particolare analizzando il linguaggio dei tweet e da questo rilevando l’umore degli utenti, è che esiste un vero e proprio modello emotivo temporale, uguale in tutte le culture e in ogni Paese: le emozioni positive iniziano a crescere nel corso della mattinata, raggiungono un picco a intorno a mezzogiorno e precipitano nel primo pomeriggio, per conoscere una nuova ascesa in serata.

Modello Temporale Emotivo

fonte: science.sciencemag.org

Il Punto Emotivo Ottimale

Tale analisi è confermata dal DRM, il Day Reconstruction Method, ideato da cinque tra i più autorevoli ricercatori contemporanei, tra cui il Premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman e Alan Krueger, già Presidente del Consiglio dei Consulenti Economici di Obama. Intervistando oltre 900 donne americane di varie etnie, età, reddito e istruzione, dalla ricerca è emersa l’esistenza di uno schema bimodale che conferma il “punto emotivo ottimale” a mezzogiorno, la discesa nel pomeriggio e il nuovo picco in serata.

Il momento giusto per il decision-making nel business

Da questi assunti è partita una ricerca dell’American Business School volta a individuare il legame tra l’efficacia degli incontri tra CEO, azionisti e stakeholder e il momento in cui questi avvengono. Dall’analisi di 26.000 conferenze trimestrali di oltre 2.100 public company nell’arco di 6 anni e mezzo, i ricercatori hanno rilevato che le conferenze nelle prime ore del mattino producevano esisti positivi o trend più ottimistici. Nel pomeriggio il mood tornava alla negatività, con una ripresa solo dopo la chiusura dei mercati.

Cosa ancor più importante, però, il momento in cui si svolgevano le conferenze (e di conseguenza lo stato d’animo predominante) influenzava la quotazione delle azioni della società. Le comunicazioni con gli investitori, le decisioni strategiche e le trattative critiche, ci confermano le ricerche, dovrebbero quindi essere condotte nelle prime ore della giornata.

Il momento giusto per le idee

Prima di riorganizzare l’intera giornata lavorativa in funzione di queste ricerche, occorre fare una distinzione. Non tutte le decisioni comportano lo stesso tipo di impegno per il cervello. Le problematiche che riguardano l’intuito, ad esempio, non trovano nell’orario mattutino il miglior momento per essere risolte. Proprio in quella fascia delle giornata, infatti, si attivano le cosiddette “sentinelle”, processi cognitivi che esercitano una sorta di controllo inibitorio e ci aiutano, al contrario, ad affrontare le questioni di tipo analitico.

Al contrario, l’idea inaspettata arriva grazie ad un meccanismo cognitivo dovuto alla capacità del cervello di individuare nessi tra le cose. Perché si verifichi, è necessario che il controllo inibitorio si abbassi: ecco perché, se stiamo cercando un lampo di genio, è più probabile che ne avremo uno di pomeriggio.

Diversità e percezione del tempo

Altra distinzione da tenere in considerazione, sottolinea Pink, è che gli esseri umani non vivono tutti allo stesso modo la percezione del tempo. Esistono i cronotipi mattutini (le cosiddette allodole), che si alzano di impulso e sono pieni di energie durante il giorno, e i cronotipi tardivi (comunemente definiti gufi) che odiano la mattina e iniziano a carburare nel tardo pomeriggio.

Aumenta le performance: trova il tuo cronotipo

Per individuare il proprio cronotipo, iniziare ad applicare un nuovo modello temporale emotivo e migliorare le performance, Pink suggerisce di seguire il metodo sviluppato da Till Roenneberg, docente dell’Institute of Medical Psychology di Monaco e uno dei più autorevoli cronobiologi al mondo.

Il primo step consiste nel riflettere sul tuo comportamento nei giorni liberi.
In secondo luogo rispondi alle seguenti domande:

  1. A che ora vai a dormire?
  2. A che ora ti svegli?

Infine, calcola la metà di questi orari per conoscere il punto medio del sonno. Dopodiché, individua la tua posizione nella tabella sottostante, messa punto da Daniel Pink.

il metodo sviluppato da Till Roenneberg

Mentre i mattinieri sono sincronizzati al ritmo “picco-calo-rimbalzo”, i tardivi seguono quello del “rimbalzo-calo-picco”. Molti, seguendo questo modello, scopriranno di non essere né un cronotipo totalmente mattiniero, né del tutto tardivo.

Il dato importante, però, è che individuare le ore in cui viviamo queste fasi consente a ognuno di noi di:

  • Inserire nelle fasce giornaliere di picco le attività che richiedono più concentrazione e chiarezza di idee
  • Concentrare nel periodo di rimbalzo le attività che traggono vantaggio dall’intuito
  • Inserire nelle fasi di calo solo gli aspetti più operativi e ripetitivi del lavoro.

Ma non solo: impostare gli orari di lavoro del proprio team tenendo conto dei cronotipi delle persone aumenta la produttività e la soddisfazione, abbassando lo stress.

Daniel Pink e la scienza del momento giusto

Il quando, come abbiamo visto in questo articolo, può rivelarsi nel decision-making altrettanto importante del cosa. Daniel Pink, uno dei più innovativi business thinker contemporanei e autore del bestseller mondiale Drive, ha approfondito le ricerche della scienza comportamentale e le ha utilizzate per individuare i momenti chiave da sfruttare per migliorare il decision-making e incrementare le performance dei propri team. Con lui approfondiremo il tema in occasione del Leadership Forum, il più grande evento in Italia dedicato alla leadership e al management. Qui puoi leggere il programma completo e conoscere le modalità di partecipazione.