Il Marketing giocando: promuovere i propri prodotti in modo non convenzionale

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Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Pinterest e poi ancora e ancora e ancora.

Sì, è probabile che il vostro piano marketing abbia bisogno di specifiche strategie riguardanti questi social network. No, non parleremo di questo stavolta.

Stavolta parleremo del fil rouge che congiunge tutti questi social e su cui è intessuto il loro successo.

Qual è il filo di Arianna che può farci comprendere la struttura di questo labirinto di ambienti virtuali?

Molto semplicemente: la smodata voglia che tutti abbiamo di parlare di noi stessi.

Non lo facciamo soltanto per vantarci di fronte agli amici e alimentare il nostro ego: Jason Mitchell e Diana Tamir, due neuroscienziati dell’università di Harvard, hanno scoperto che rivelare informazioni personali è intrinsecamente gratificante.

Sottoponendo a scintigrafia cerebrale alcuni volontari e chiedendo loro di esprimere idee e gusti personali, hanno scoperto che la condivisione di queste informazioni va a sollecitare gli stessi circuiti neuronali della gratificazione stimolati anche dal cibo e dal denaro.

Pertanto, parlare di quello che abbiamo fatto nel fine settimana ci fa sentire appagati quanto mangiare, diciamo, un dolce che ci piace particolarmente.

 

Jonah Berger - Business Marketing Summit

 

Ma questi risultati facevano parte del senso comune già prima di essere suffragati da ricerche specifiche: è chiaro a tutti che parlare ci piace.

Per cui, la cosa veramente interessante da chiedersi non è “perché parliamo”, ma “di cosa parliamo”?

Porci questa domanda ci permette di iniziare ad analizzare i meccanismi e gli argomenti che maggiormente stimolano il passaparola e di utilizzarli, stavolta sì, nelle strategie di marketing per promuovere i nostri prodotti o servizi.

Jonah Berger, docente alla Wharton School University della Pennsylvania, è tra i maggiori studiosi al mondo dei meccanismi che favoriscono la diffusione e il passaparola.

Vediamo, grazie alle sue ricerche, quali strumenti possiamo aggiungere alla nostra strategia di Marketing per promuovere il passaparola e riuscire a diffondere un’idea o un prodotto.

 

Un modo tanto semplice quanto efficace per favorire il passaparola si basa sul gioco, o meglio, sulle meccaniche di gioco. Cioè sulle regole che, quando giochiamo, favoriscono l’engagement.

Facciamo un esempio: mettiamo che siate appassionati di cruciverba. Nel farlo potete scegliere di iniziare con uno base e poi andare avanti riempiendo schemi sempre più sfidanti e competitivi. Vale per i cruciverba così come per la quasi totalità dei videogiochi.

Un’altra meccanica di gioco consiste nello sfidare non tanto se stessi, ma gli altri: un esempio lampante è la classifica ATP (o del vostro circolo cittadino) di tennis.

 

Sono proprio le meccaniche di gioco, cioè i suoi principi, le regole e le azioni che lo rendono così irresistibile. Perché un gioco abbia successo sono fondamentali degli elementi che rivelino ai giocatori il livello che hanno raggiunto e come stanno andando.

Meccaniche ben strutturate comportano giocatori più coinvolti, motivati e desiderosi di continuare.

Questi meccanismi ci motivano sue due livelli: uno personale, che comprende lo sfidare se stessi e vedere quanto siamo bravi e capaci di conquistarci nuovi obiettivi, e un altro interpersonale, che invece favorisce il confronto con altre persone e aumenta (almeno per noi) la considerazione delle altre persone nei nostri confronti.

 

Jonah Berger - Business Marketing Summit

 

Le stesse meccaniche che si applicano ai giochi, dai più semplici ai più complicati, possono essere applicate anche ai prodotti, dai più semplici ai più complessi.

Più il gioco è interessante, più è divertente e più è impegnativo raggiungerne gli obiettivi, più saremo portati a vantarci e quindi a parlarne, facendogli pubblicità a costo zero.

 

Il problema che si pone a questo punto è trovare un gioco adatto a veicolare il proprio prodotto.
Farlo non è sempre facile: spesso pensiamo che quello che vendiamo sia troppo serioso e non si presti bene al divertimento connesso al gioco.

Ma c’è un’importante precisazione da fare: il gioco non deve riguardare necessariamente il vostro prodotto, deve soltanto favorirne la diffusione.

 

Un esempio esplicativo ci viene da una pagina web di Burberry.
Nel sito, chiamato Art of Trench, compaiono foto dei celebri capi dell’azienda e di tutte le persone che li indossano.

Alcune di queste foto sono opera di fotografi famosi, ma l’idea vincente del sito è che anche i comuni utenti possono postare le loro foto mentre indossano uno dei trench Burberry. Le migliori foto vengono poi selezionate e vanno ad aggiungersi al catalogo del sito.

Pensate se sul sito finisse una vostra fotografia. Non vorreste subito raccontarlo a qualcuno?

Ed è proprio quello che fanno tutti. Il sito di Burberry ha ricevuto milioni di visite da più di cento Paesi e il concorso ha contribuito ad aumentare il volume delle vendite del 50%.

E il bello è che non c’è fine, fantasia e creatività permettendo, ai giochi che è possibile inventare per promuovere i propri prodotti.

Inoltre oggi grazie ai social network, se le meccaniche di gioco sono attraenti, favorire la viralità di un prodotto è ancora più facile: tutto sta nel saper sfruttare adeguatamente i meccanismi che favoriscono il passaparola come, ad esempio, le meccaniche di gioco.

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