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Come costruire un dream team e creare relazioni di salvataggio

È possibile creare un dream team e relazioni di salvataggio per avere successo?

Le 9 mosse per creare relazioni di salvataggio

Per Keith Ferrazzi, consulente strategico, autore bestseller e business coach, esistono 9 mosse che aiutano a creare un dream team. Ecco quali sono:

  1. Ascolta la tua visione
  2. Trova ancore di salvataggio
  3. Diventa maestro nell’arte delle lunghe cene
  4. Espandi la tua sinergia per definire obiettivi
  5. Crea la tua ruota del successo personale
  6. Impara a combattere
  7. Individua le tue debolezze
  8. Impegnati a migliorare
  9. Fingi di farcela fino a quando non ce la farai davvero!

Se nel precedente articolo abbiamo visto quali sono i 4 atteggiamenti per costruire relazioni-àncora utili alla tua carriera, ora vediamo nel dettaglio le prime 4 mosse, di 9, per creare relazioni di salvataggio, che ci daranno i consigli e il sostegno di cui avremo bisogno per raggiungere i nostri obiettivi.

Nel prossimo articolo approfondiremo le rimanenti 5 mosse.

1 – Articola la tua visione

Come per tutti gli aspetti della vita, scegliere la direzione da prendere è fondamentale. Individua pertanto alcuni obiettivi ampi e ambiziosi che rientrano nelle tue aspirazioni. Non è detto che tu sappia individuare subito la direzione da prendere e questo può creare un piccolo svantaggio quando inizierai a costruire il tuo team di sostegno. Se non sai cosa vuoi davvero ottenere, o in che modo vuoi migliorarti e crescere, risulterà più difficile andare alla ricerca delle persone giuste. Puoi aiutarti con questa serie di domande preparate da Ferrazzi:

  • “A che punto della mia carriera vorrei essere tra un anno? E nella vita privata? E fra tre anni?
  • Quali aspetti di me vorrei rafforzare? Quale conoscenza, esperienza, formazione e relazioni personali potrebbero aiutarmi in questo obiettivo?
  • Quali passi dovrei fare per assicurarmi di non avere alcun rimpianto al termine della vita e della carriera?
  • Quali aspetti della vita vorrei migliorare subito? Sono concentrato soprattutto sulla carriera? Sulla relazione con il partner o il consorte? Sulla costruzione di relazioni-àncora? Sulla famiglia? Sul desiderio di dare agli altri?”

2 – Trova le tue ancore di salvataggio

Per Ferrazzi la via da percorrere è molto chiara:

Guarda oltre la cerchia della tue conoscenze immediate

Molto probabilmente le prime tre persone alle quali hai pensato come possibili amici di salvataggio non fanno al caso tuo. Una delle principali problematiche che insorgono all’interno di una cerchia ristretta di lunga data riguarda la percezione che gli amici hanno già di te.

D’altra parte, ci sono tantissime persone che hanno timore di chiedere agli amici stretti di prendere parte al loro team di sostegno, preferendo confessare sogni e paure a persone meno vicine. Il motivo è semplice: meno rischi. Ricevere un rifiuto da una persona che non sia un amico stretto, un partner o un famigliare comporta conseguenze meno rischiose. La probabilità di deludere chi amiamo o stimiamo ci espone a un rischio più doloroso. È da sottolineare, tuttavia, che il fatto che le nostre relazioni-àncora ci facciano correre qualche rischio può essere positivo.

Il problema si pone se un famigliare, un partner o un amico è “troppo coinvolto” emotivamente per farci notare le nostre responsabilità o errori. Ecco perché è necessario espandere la nostra cerchia di conoscenze per creare un team di consulenti forti. Li possiamo cercare al lavoro, a scuola, presso corsi, conferenze ed eventi, online oppure possiamo scegliere di affidarci a coach professionisti.

Come capire se una persona è un potenziale sostegno?

Non basta sapere dove trovare le relazioni-àncora, occorre capire le qualità sulle quali dobbiamo concentrarci per la nostra ricerca. Oltre ai 4 atteggiamenti, il sostegno che stiamo cercando da parte dei potenziali consulenti richiede anche considerazioni più pratiche, che Ferrazzi ha riassunto nelle «quattro C»:

  1. Coinvolgimento: il fattore disponibilità è fondamentale. Abbiamo bisogno di cercare persone generose che abbiano e vogliano condividere il tempo per lavorare con noi. All’inizio è bene che gli incontri siano di qualche ora, con cadenza mensile, per poi aumentare la frequenza. Tra un incontro e un altro, scambiatevi mail o telefonate. Il coinvolgimento, reciproco ovviamente, è un fattore decisivo: cerca partner che sappiano e desiderino coprirti le spalle, sul piano emotivo. Col tempo diventerà un approccio spontaneo da entrambi le parti.
  2. Competenza (o know-how): le tue ancore di salvataggio non devono necessariamente essere esperti di settore. Tuttavia, dovrebbe avere almeno un’idea generale di ciò che ti serve per realizzare i tuoi obiettivi. È sufficiente una minima preparazione di base. Altrimenti come potresti rispettare le sue opinioni e seguire i suoi consigli?
  3. e 4. Connessione e curiosità. Essere profondamente interconnessi e curiosi l’uno dell’altro, come spiega Ferrazzi, “è il segreto per creare un team capace di offrire riflessioni davvero illuminanti”. Connessione e curiosità sono due qualità che rendono performanti questa tipologia di supporti.

Gioca un ruolo decisivo anche un’altra qualità: la diversità. Non temere di andare a scovare tra persone con background tanto diversi dal tuo: potranno offrirti punti di vista davvero interessanti.

È una lista che può spaventare, ma non dobbiamo ricercare la perfezione, ma l’intenzione del reciproco sostegno e lavorare tanto per cercare di essere il team migliore possibile.

3 – Diventa maestro nell’arte delle lunghe cene

Individuare i membri di un potenziale team richiede lucidità e strategia. Corteggiarli richiede “il tatto e la finezza di un diplomatico”.

Anche chi incarna i tuoi stessi valori, chi ha tutti e quattro gli atteggiamenti e le qualità delle 4 C ha bisogno d’aiuto per passare dalla teoria alla pratica. Uno strumento efficace per approfondire una relazione è una lunga cena insieme. Si superano preconcetti e si abbandona il proprio bagaglio emotivo. L’obiettivo è di sintonizzarvi sulle stesse frequenze d’onda in base ai 4 atteggiamenti. Entrambi dovrete quindi riconoscere la necessità di cambiare e ottenere risultati migliori ed essere ben disposti a collaborare come partner per un sostegno reciproco, rimanendo onesti, rigorosi, riflessivi, cercando di fare il possibile affinché l’altro non sbagli.

Ecco alcuni consigli di Ferrazzi:

  • Buttati a pesce e comportati già come se “il candidato” sia perfetto per essere tuo partner di salvataggio
  • Se non riesci a stabilire una connessione profonda con le prime persone con cui tenti questa strategia, allarga i tuoi contatti
  • Prova ad essere più schietto. È importante chiedere all’altra persona un feedback sincero e schietto, dopo la cena
  • Domandati «Questa persona è abbastanza tosta da mettermi di fronte alla mie responsabilità?»
  • Non concludere una cena prima di aver fissato un altro appuntamento o per fare il punto della situazione. Questo permette un processo proficuo.

4 – Espandi la tua sinergia per definire obiettivi

Sono tantissimi i leader e gli intellettuali che hanno bisogno di quello che il New York Times ha definito un «amministratore celebrale» per riuscire a compensare le proprie lacune sugli aspetti “esecutivi”. Quando si tratta di definire obiettivi, due (o più) teste lavorano meglio di una. Prendi questa quarta mossa come un vero e proprio piano strategico e metti a punto il tuo piano d’azione.

È importante anche saper distinguere la tipologia di scopo, perché si dovrebbe sempre riuscire a stabilire due obiettivi, uno di performance e uno di apprendimento:

  • Quelli di performance sono ciò che la maggior parte di noi definisce “obiettivi”.
  • Gli obiettivi di apprendimento, invece, si concentrano sull’acquisizione di nuove capacità e conoscenza che servono per fare progressi.

Qualche esempio: Un obiettivo di performance è aumentare del 50% le visite sul mio sito. L’obiettivo di apprendimento è trovare 5 nuove tattiche di marketing. Un obiettivo di performance è di incrementare le vendite del 10%. L’obiettivo di apprendimento è di imparare a fare presentazioni più sintetiche.

Servono entrambi gli obiettivi: quelli di performance per rimanere motivati, quelli di apprendimento per concentrarci sulle azioni specifiche da fare per raggiungerlo.

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