Howard Gardner: 3 fattori determinanti per l’esercizio di una leadership effettiva

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La maggioranza dei leader, spiega Howard Gardner, uno degli psicologi più importanti del mondo, insignito di 28 lauree ad honorem e celebre per la sua Teoria delle Intelligenze Multiple, è dotata di intelligenza personale e sa bene come raggiungere e influenzare altri individui. Inoltre, altro segno caratteristico di un buon leader è l’alto livello di intelligenza linguistica, vale a dire la capacità e l’inclinazione a usare bene le parole. Se l’intelligenza personale viene unita all’intelligenza linguistica ci troviamo di fronte a un comunicatore efficace.

Parliamo di comunicazione perché dall’interessante studio di Gardner volto a delineare alcuni tratti distintivi della leadership, emerge che “L’impatto esercitato da un leader dipende in misura assai significativa dalla storia che egli comunica o incarna!”

Nell’analizzare il futuro del lavoro a portata di 5 intelligenze e le caratteristiche che ricorrono nell’anatomia della leadership, le ricerche di Gardner proseguono sullo stato “finale” del suo sviluppo. Cosa significa essere un leader a tutti gli effetti? Gardner ha individuato alcuni fattori fondamentali per esercitare una leadership efficace:

  • Il legame con il pubblico
  • Un ritmo di vita in equilibrio tra isolamento e immersione
  • La chiara relazione tra persona e messaggio.

1.   Il legame con il pubblico (o la comunità)

Nonostante sia ovvio che non può esserci leader senza seguaci, Gardner sottolinea che il rapporto tra leader e seguace è tipicamente dinamico, fluido, attivo, interattivo e complesso. Pubblico e leader si ispirano e influenzano reciprocamente e il loro legame è pertanto sempre in evoluzione. Ciò significa che le storie, i problemi e le preoccupazioni di chi segue, si incontrano con la capacità del leader di saper modificare il proprio messaggio in base questi mutamenti.

2.   Un certo ritmo di vita

Se è vero che il leader è colui che deve trovarsi regolarmente e costantemente in contatto con i propri seguaci, è fondamentale che conosca la propria mente e che sia “consapevole dei cambiamenti che avvengono nei propri pensieri, valori e strategie”. Un leader deve trovare il tempo necessario per riflettere, per osservare da lontano “la battaglia”. Gardner la chiama “ritirarsi in cima alla montagna”. Un equilibrio tra l’importanza di conoscere la propria mente e mantenere il focus sul pubblico: è qui che risiede la grandezza di un leader e nella sua vita sono importanti sia i periodi di isolamento (quotidiani o che si protraggono per periodi più lunghi), sia i contatti con la gente.

3.   Un chiaro rapporto tra persona e messaggio

Il fil rouge che accompagna tutta la ricerca di Gardner risiede nelle due modalità, di uguale importanza, con le quali il leader esercita la sua influenza: attraverso i messaggi che comunica e le caratteristiche che incarna. A volte, nella vita di un leader, prevale l’uno o l’altro aspetto, ma è più facile che alcune caratteristiche, quali la capacità di individuare problemi o di illustrarne le soluzioni, si prestano meglio alla trasmissione di messaggi; altre, come il coraggio o lo spirito innovativo, si esprimono in maniera più efficace attraverso l’esempio personale. Può succedere, tuttavia, che vi sia contraddizione tra il messaggio comunicato e la persona che lo incarna, pertanto, spiega Gardner:

“Ci si trova in presenza di un leader geniale quando persona e messaggio sembrano fondersi in un tutt’uno, quando, come in un sogno, così si esprimerebbe il poeta William Butler Yeats, non si può distinguere il danzatore dalla danza”.

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