Negli articoli precedenti abbiamo parlato di #GrowthHacking, la strategia di marketing per la crescita ideata da Sean Ellis. Una metodologia basata sulla sperimentazione e su test incrementali, lanciati anche con piccoli budget.
In questo articolo vogliamo analizzare alcuni casi specifici per capire quanto il Growth Hacking abbia rappresentato la chiave di volta per il decollo del business di startup divenute poi colossi internazionali.
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Airbnb
Come ha fatto a diventare un punto di riferimento per chi vuole andare in vacanza e cerca un’alternativa al solito albergo, diventando una “startup” da 10 miliardi di dollari?
Con una strategia di Growth Hacking Marketing estremamente funzionale: sfruttare il network già esistente di altri brand per acquisire un’awareness indotta. I fondatori sono partiti chiedendosi: I viaggiatori dove cercano gli hotel per le vacanze?
Quando i marketer di Airbnb hanno capito che la maggior parte delle persone cercava su Craigslist (il portale di annunci più conosciuto ed utilizzato negli USA), hanno creato annunci pubblicitari su quella piattaforma. In questo modo hanno anche creato legami sotterranei tra le due piattaforme, perché con le loro inserzioni appetibili hanno reso più visibili anche le case in affitto che venivano postate su Craigslist, migliorando la visibilità complessiva degli annunci.
Altro fattore vincente è stato quello di puntare sulla gradevolezza estetica delle immagini presentate: un fotografo professionista si occupava di un vero e proprio servizio fotografico agli appartamenti e stanze. L’immagine è il fattore più immediato nella fase di prima selezione ed è quello che emotivamente colpisce di più.
Twitter, il social network dell’informazione, ha riscontrato un enorme successo fin da quando è nato: moltissime iscrizioni, oltre 300 milioni di utenti. Poco dopo essersi iscritti, tuttavia, questi utenti abbandonavano la piattaforma, probabilmente per via di una user experience non ottimizzata. Qual è stata la strategia che hanno adottato i Growth Hacker di Twitter per far sì che gli utenti continuassero ad utilizzarlo? Hanno consigliato agli utenti, fin dal primo accesso, alcune persone da seguire: in tal modo, i nuovi iscritti avevano la possibilità di creare subito relazioni, incrementando l’utilizzo del social network.
Dropbox
Dropbox è un servizio di file hosting che offre cloud storage, sincronizzazione automatica dei file, cloud personale e software client. Oggi è un’azienda valutata 4 miliardi di dollari. Com’è riuscita a raggiungere questo traguardo? Soprattutto grazie ai referral. Agli esordi il problema di Dropbox era costituito dagli elevati costi di acquisizione di nuovi clienti. La soluzione? Fare lead generation grazie ai referral, regalando 500 MB di archiviazione gratuiti agli utenti che invitavano altri utenti ad iscriversi al servizio. Una strategia di Growth Hacking che ha portato ad una crescita esponenziale: da 100 mila a 4 milioni di utenti nel giro di un anno. Artefice della strategia di successo fu Sean Ellis, ideatore del Growth Hacking, nonché colui che ha coniato questa denominazione proprio nel periodo in cui lavorava in Dropbox.
Spotify
Nata per correre in soccorso delle case discografiche e combattere la pirateria, il 70% dei guadagni di questa piattaforma è ripartito tra etichette e artisti. La grande rivoluzione di Spotify risiede nella personalizzazione: grazie all’intelligenza artificiale, l’app riconosce i gusti dell’utente e gli suggerisce i brani con caratteristiche simili. Spotify ha raggiunto 100 milioni di utenti. Ma su cosa si basa il suo successo?
- Lancio graduale dell’app e invito a influencer del settore a testare l’app per suggerire migliorie da attuare;
- Grazie all’accordo stretto con Facebook, gli utenti hanno potuto condividere tracce, album, playlist facilmente con gli amici.Con queste due strategie, Spotify è riuscita non solo a penetrare il mercato della musica, un settore con forti barriere all’accesso, ma anche ad imporsi come leader nel settore delle piattaforme musicali.
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