Content marketing e branding: le best practice per emergere nel rumore digitale

Tempo di lettura:

4

minuti

Le best practice per un tone of voice riconoscibile e impattante

Se eliminassimo ogni elemento di branding all’infuori del tone of voice, saremmo ancora riconoscibili? La risposta, spesso, è “probabilmente no”.

Spesso tendiamo a concentrare tutti gli sforzi sugli elementi dell’identità visiva del brand come logo, palette colori, font, trascurando un aspetto che invece è davvero importante e strategico, ossia il modo in cui decidiamo di parlare con il nostro pubblico.

Secondo Ann Handley, punto di riferimento internazionale nel campo del content marketing, definita da IBM una delle 7 persone al mondo che stanno rimodellando il marketing moderno, “è uno degli errori più grandi che si possa commettere in termini di branding, perché il tone of voice non è solo una questione di grammatica: è l’impressione che vogliamo lasciare sui clienti”.

Non si tratta tanto di cosa comunichiamo, ma di come lo facciamo. E questo “come” riflette la personalità e il carattere dell’azienda, che si traduce nelle parole usate per raccontare in modo chiaro chi è, cosa rappresenta e quali valori promuove. Inoltre, se ben realizzata, la “voce” agisce anche come un filtro naturale: attrae le persone giuste e scoraggia chi non ne condivide la visione.

Abbiamo raccolto 4 best practice individuate da Ann Handley. Potrai approfondire qui le prime due, le successive saranno esplorate nel prossimo articolo.

Sai chi è veramente il brand?

Il primo passo è capire chi è il brand.

Sembra scontato, ma sapere chi è il brand e capirlo sono due cose differenti. Per farlo, è importante porsi alcune domande: cosa rende unica la nostra attività? Cosa hanno di speciale i servizi che proponiamo? Com’è la corporate culture? Come vogliamo essere considerati dai clienti e dalla nostra community?

Trovare le risposte ci consente di avere un quadro chiaro e preciso di ciò che l’azienda è. Pertanto, fare “un brainstorming sulle quattro caratteristiche che meglio descrivono il brand”, come suggerisce l’esperta, diventa un processo veloce ed efficace. Per farlo è utile partire dalle quattro dimensioni principali del tone of voice delineate dal gruppo di ricerca e consulenza Nielsen Norman Group:

1. Divertente vs. serio: il brand cerca di essere divertente? Oppure vuole comunicare in modo più diretto e serio?
2. Formale vs. informale: il brand è una fonte affidabile di spunti di riflessione di alto livello? Oppure è più un punto di riferimento per consigli pratici che vengono dati come a un amico?
3. Rispettoso vs. irriverente: la comunicazione avviene in modo cortese e rispettoso? O è un po’ impertinente, vivace e bizzarra?
4. Entusiasta vs. pragmatico: iniziamo un’email con frasi emozionali, come “Sono super felice di scriverti!”, oppure andiamo dritti al sodo?

Comprendendo a quale estremità della scala ci troviamo per ciascuna dimensione, sarà facile trovare i quattro aggettivi che definiscono il brand e, di conseguenza, il modo adatto di comunicare.

Di certo non basta orientarsi tra i vari poli, è importante evitare di commettere alcuni errori, quali:
• Scegliere parole come “amichevole”, “affidabile” o “onesto”, in quanto sono caratteristiche che tutte le aziende dovrebbero avere a prescindere.
• Usare terminologie complesse: mantenere uno stile semplice e chiaro è la strategia migliore.
• Ricorrere a parole astratte e di ampio significato, come “avanguardia”, “rivoluzionario”, “proattivo”. Individuare, invece, aggettivi specifici e concreti rende immediato chi siamo e come vogliamo essere percepiti.

Dall’aggettivo al contesto

Che cosa si intende se uno dei valori distintivi del brand è “creativo”? Siamo creativi nel proporre soluzioni? Oppure la nostra creatività aiuta i clienti a sopperire ai loro bisogni?

Gli aggettivi, presi da soli, hanno un significato astratto: possono voler dire tutto e niente. Per rendere queste caratteristiche concrete e maggiormente comprensibili, è utile aggiungere una frase che le contestualizzi, così da rendere evidente a chiunque quale sia la direzione che il tone of voice deve intraprendere.

L’esempio che fa Handley è quello di MarketingProfs, una delle più importanti piattaforme di education che forma marketer, team e grandi aziende di tutto il mondo e di cui lei è Chief Content Officer.

Così spiega i 4 elementi distintivi che la delineano:

Divertente, perché l’intenzione che ci si pone all’interno della community è di far sorridere le persone quando leggono le loro risorse,
Accessibile, in quanto si tratta di una piattaforma che ha come promessa quella di consentire ai professionisti del settore di comprendere concetti complessi.
Empatico: sono marketer che parlano ai marketer, di conseguenza capiscono le frustrazioni e le ambizioni di ciascuno, così come i tecnicismi e le esigenze più attuali nell’ambito marketing.
Intelligente: è un dato di fatto espresso in modo accessibile.

Nonostante sembri soltanto un semplice elenco puntato, in realtà si tratta del filo rosso che lega l’intera comunicazione della piattaforma – dal sito alla newsletter – e funge da linea guida, chiara ed immediata, per chi si interfaccia con MarketingProfs.

Per costruire un tone of voice efficace e in linea con il brand, non perdere l’articolo sulle ultime best practice individuate da Ann Handley.

Distinguersi nel rumore digitale: Ann Handley al Marketing Forum

Oggi tutti scrivono, ma pochi sanno comunicare veramente. Per emergere nel web, sovraffolato di contenuti, trovare e amplificare la voce autentica del brand è fondamentale per catturare l’attenzione e la fidelizzazione degli utenti.

Al Marketing Forum, approfondiremo le migliori strategie di linguaggio e brand identity insieme ad Ann Handley, autorità assoluta in tema di content marketing, che è considerata da Forbes una delle donne più influenti nell’ambito dei social media e figura tra le Top Voices su LinkedIn. Autrice di diversi bestseller, tra cui Everybody Writes e Content Rules, i suoi contributi compaiono regolarmente su riviste internazionali come Entrepreneur, Inc. Magazine, Huffington Post e Wall Street Journal.

Per scoprire l’agenda completa e tutti i relatori, clicca qui!

Condividi l'articolo

Tempo di lettura:

4

minuti

Indice

Ultime dal blog

Logo Performance strategies bianco

è un marchio registrato da ROI GROUP SRL

SEDI
Via G. Leopardi, 19 – 20123 Milano (MI)
Galleria del Commercio, 6 – 62100 Macerata (MC)

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Lunedì – Venerdì / 09:00 – 18:00

Roi Group Srl – Capitale Sociale 100.000 € i.v. – P.IVA e C.F. 01999300443 | REA MC-180904

 © Copyright 2025 Performance Strategies